I ministeri della Sanità e dell’Economia contestano al commissario Luciano Pezzi la revoca di Gianfranco Scarpelli dall’incarico di direttore generale dell’Asp di Cosenza per il suo rinvio a giudizio nel processo sugli incarichi d’oro conferiti dall’azienda sanitaria. La vicenda, anticipata dalla Gazzetta del Sud, è commentata in termini critici dai parlamentari del Movimento 5 Stelle Nicola Dalila Nesci e Nicola Morra, secondo i quali la “mossa” sarebbe motivata dall’esigenza della ministro Lorenzin di tutelare gli interessi dei suoi colleghi di partito, l’Ncd, i fratelli Gentile, ai quali Scarpelli (nella foto con il senatore Tonino) è notoriamente legato. «Avevamo ragione – dicono Nesci e Morra – quando avvertivamo dei pesanti interessi elettorali sulla sanità calabrese, gestiti nelle stanze romane del potere. Nel parere il ministero aizza Scarpelli ad avviare un contenzioso con la Regione Calabria e ne obietta l’avvenuta rimozione significando che il suo rinvio a giudizio non sarebbe una causa tanto ostativa alla prosecuzione dell’incarico ai vertici dell’Asp cosentina. La verità – proseguono i due parlamentari 5 Stelle – è che la revoca di Scarpelli parte nello scorso febbraio dopo un’interdittiva, viene poi congelata dall’allora governatore Giuseppe Scopelliti perché candidato al parlamento Ue e infine subisce un’accelerazione quando i fratelli Gentile gli voltano le spalle». Nesci e Morra concludono: «Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, dica con chiarezza se Ncd vuol condizionare la sanità calabrese con prove muscolari, per sostenere politicamente i delfini Antonio e Pino Gentile. È ora che il presidente del Consiglio faccia una scelta chiara e decida se la gestione della sanità calabrese deve restare nelle stanze romane oppure se deve tornare in Calabria».

Asp Cosenza, la Lorenzin in soccorso dei Gentile…
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