Gratteri si racconta a Scilla

Gratteri si racconta a Scilla

Si racconta a 360 gradi il procuratore aggiunto Nicola Gratteri, intervistato dalla giornalista Paola Bottero  a Scilla nell’ambito della rassegna culturale “Scilla in passerella”, organizzata dalla “Filodrammatica scillese”,  sotto la direzione artistica di Sabbiarossa Edizioni e Ossi di Seppia.

Dalla sua infanzia a Gerace  al suo lavoro di magistrato in giro per il mondo, alle continue  proposte di entrare in politica, non ultima quella di candidarsi a Governatore della Regione Calabria, al suo nuovo incarico di consulente dell’Antimafia . Non fa mancare ,inoltre, le sue riflessioni sulla scuola, pubblica amministrazione, Europa e chiesa. Dopo la sua mancata nomina a ministro della giustizia, Gratteri si sta dedicando anima e corpo alla sua attività di consulente della commissione parlamentare antimafia e dal 31 luglio a quella di  presidente della Commissione per l’elaborazione di proposte normative in tema di lotta alla criminalità organizzata.  Un’attività, quest’ultima, su cui ripone grandi aspettative, perché gli consentiranno di concretizzare una volta per tutte  quelle modifiche normative, di cui si discute da anni, ma mai applicate. Dall’innalzamento di pena del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, il 416 bis, alla parificazione in termini di pena di quest’ ultimo reato a quello di scambio elettorale politico-mafioso (416 ter), all’inasprimento dei reati contro la pubblica amministrazione. Tutte proposte che mirano a rendere poco “conveniente” delinquere e che per entrare nei codici penali dovranno essere fatte proprie dal Parlamento. Per il magistrato, è necessario che la magistratura si concentri sempre di più nel perseguire i reati di mafia e contro la pubblica amministrazione, decongestionando i tribunali “ormai intasati”, attraverso una forte depenalizzazione, trasformando i reati bagatellari in contravvenzioni Ma in realtà per rendere ancora più efficace la lotta alla criminalità organizzata, bisogna guardare oltre i confini nazionali, e rendere più incisiva la legislazione europea dell’antimafia, rendendo omogenee le normative europee per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso o per traffico di stupefacenti. Gratteri non parla  solo di leggi e dell’attività della magistratura ma si sofferma molto sulla cultura, evidenziando il ruolo fondamentale della scuola. «Invece di finanziare le manifestazioni antimafia,- propone- si investano i fondi pubblici per fare attività di doposcuola, impiegando insegnanti precari». Ritorna sul legame ‘ndrangheta e Chiesa, già approfondito nella sua ultima opera “Acqua Santissima” e dice la propria anche a proposito degli attualissimi inchini nelle processioni. «Le processioni vanno fatte – dichiara- non farle significherebbe darla vinta alla ‘ndrangheta, l’importante è regolarizzarle». Tre accorgimenti: la costituzione di un albo di portatori, scelti dal parroco in base a requisiti specifici, un controllo da parte di un comitato e la regolarizzazione delle soste. Per concludere, l’invito ai calabresi di superare l’assistenzialismo e rimboccarsi le maniche investendo nell’agricoltura e nel turismo. Come ultima battuta non dà speranza a chi lo vorrebbe futuro Governatore della Calabria, concludendo l’intervista con ironia: «Magari mi voterebbe anche la ‘ndrangheta pur di cacciarmi dalla Procura».

Giusy Nuri

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