«Non c’è mai limite al peggio», recita il vecchio brocardo. E a leggere le ultime nuove su “Il Garantista” la veridicità ne è corroborata in pieno. Purtroppo, come molti miei colleghi ex “Ora della Calabria” sanno, fin dall’inizio, quest’avventura (o disavventura?), editoriale mi ha lasciato molto perplesso, intravedendosi chiaramente come, nel mettere su, sia la compagine aziendale sia la testata stessa, il “nume” di tutta l’iniziativa pensasse più alle proprie aspirazioni personali e alle modalità di accesso al generoso contributo nazionale che non alla salute del giornale che si andava a mettere in piedi.
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