“Toto-Giunta”, le donne e gli uomini del presidente

I tempi biblici dell’ufficializzazione dei dati elettorali da un lato rappresentano un freno ma dall’altro consentono al neo governatore Mario Oliverio di ponderare al meglio le proprie scelte.

Il presidente della Regione in questi giorni sta lavorando su più fronti e sull’asse Calabria-Roma per schiarirsi le idee – che secondo alcuni comunque sarebbero già abbastanza definite – e per far quadrare il cerchio. La proclamazione degli eletti – che potrebbe slittare agli inizi della prossima settimana – è uno step fondamentale non solo sul piano formale, perché “ballano” almeno duemila voti che potrebbero alterare gli attuali scenari nel gioco dell’assegnazione dei voti su scala regionale. La composizione della Giunta necessariamente avverrà dopo, nel frattempo Oliverio va avanti secondo la linea delle “mani libere” che si è auto-imposto e ha imposto agli alleati, mantenendo comunque un’interlocuzione costante con Largo del Nazzareno e in particolare con il vice Renzi Lorenzo Guerini. Incasellare le pedine è un gioco di pazienza, perché il neo governatore non può comunque non tenere conto di tanti elementi: quote rosa, rinnovamento, rottura con il passato, qualità ma anche esperienza, la territorialità e la giusta – ma non esagerata – considerazione ai partiti, anche se la tendenza porta a assegnare al Pd la parte del leone. Ad oggi, certezze non ce ne sono, inoltre sia Oliverio che i suoi più stretti collaboratori non si sbottonano. Quello che trapela dalla silenziosa cortina di ferro sono indiscrezioni che si rincorrono e sensazioni che si toccano con mano. Non è un mistero che Oliverio vorrebbe una giunta composta se non da tutti da gran parte di “esterni” ma lo Statuto al momento è un limite invalicabile: allora la prima opzione per il neo presidente è un perfetto bilanciamento tra “esterni” e “interni”, 3 a 3. Tutto sta a incastrare nomi e deleghe. Tra gli “interni” viene dato per sicuro come assessore (Lavori pubblici?) Carletto Guccione, il democrat più votato di tutti alle Regionali, consigliere uscente e uno dei pochi veri oppositori di Scopelliti nella passata legislatura. Se le condizioni per far entrare nell’esecutivo Nino De Gaetano non dovessero realizzarsi, l’altro “interno” – secondo fonti accreditate – potrebbe essere Nicola Irto, giovane neo consigliere regionale del Pd protagonista di una straordinaria performance alle elezioni nel Reggino: Irto potrebbe rappresentare in Giunta l’ala renziana, minoritaria in Calabria, soffocata nella definizione delle candidature ma da accontentare per ovvi motivi di equilibri interni ai democrat. Il terzo “interno” dovrebbe essere espressione dell’area centrale di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia, anche se sotto questo aspetto territoriale – riferiscono i bene informati – Oliverio potrebbe cavarsi d’impaccio puntando a un ”esterno” individuabile in Giannetto Speranza, al quale il neo governatore riconoscerebbe, oltre alla competenza, alla spendibilità sul piano anche etico e alla possibilità di premiare la sinistra calabra, anche il merito di aver tenuto il punto in favore delle primarie quando gli anti-oliveriani “brigavano” forte per boicottarle. La scelta di Speranza inoltre consentirebbe a Oliverio di risolvere quella che sembra un’autentica “grana”, legata al Catanzarese: il dualismo tra i controversi Enzo Ciconte (che potrebbe diventare presidente del consiglio regionale o del gruppo del Pd alla Regione) e Tonino Scalzo. Tra gli “esterni” poi nelle ultime ore starebbero prendendo quota, nei corridoi della politica calabrese, il docente universitario Francesco Russo, che ha elaborato con Oliverio il piano per il rilancio del porto di Gioia Tauro che è un “must” del neo presidente, e poi Adriana Musella, attivissimo simbolo dell’antimafia regionale con la sua “Riferimenti”. Ma dietro le quinte restano molti altri “papabili”, dai docenti universitari Antonio Viscomi ed Ettore Jorio, entrambi – giustamente – molto quotati su scala persino nazionale, a Maria Teresa Corigliano e Giuseppe Giudicendrea che hanno a lungo collaborato con Oliverio alla Provincia di Cosenza, a Mauro D’Acri che molti vedrebbero bene come assessore all’agricoltura per la sua militanza alla Cia, senza poi dimenticare altri nomi che il neo presidente al momento terrebbe rigorosamente “top secret”. Quanto alle deleghe, qui davvero è ancora presto. Oliverio comunque – sempre secondo fonti accreditate – dovrebbe tenere per sé i fondi comunitari, altro suo “pallino”, inoltre aspetterebbe da Renzi la nomina a commissario ad acta per la sanità in modo da bloccare il “disegno” della ministro Lorenzin di cambiare le norme in senso contrario i presidenti di Regione. E’ evidente comunque che tutte queste sono indiscrezioni e che ancora si dovrà aspettare una buona settimana prima di vedere la Giunta prendere realmente forma. Non mancheranno malumori e fibrillazioni ma finora Oliverio ha dato l’impressione di curarsi ben poco, anzi quasi nulla, di queste liturgie, forte anche del rapporto diretto che ha imbastito con il livello nazionale, Renzi compreso. E comunque ci saranno poi altre “partite” da giocare, come quelle delle presidenze del consiglio e delle commissioni. Strada invece ”sbarrata” per ogni ipotesi di collaborazione con il Nuovo Centrodestra, che ieri è tornato alla carica: Oliverio e il Pd hanno già detto che non ne vogliono assolutamente sapere di stringere rapporti in qualsiasi modo, anche quello più “sfumato”, con un partito che è tra i responsabili dello sfascio della Regione. Lo stesso Oliverio anche in questi giorni a Roma l’avrebbe ribadito a Guerini, che ovviamente deve “recitare” un ruolo di mediazione alla luce dell’alleanza nazionale con Ncd ma non starebbe insistendo più di tanto. Per fortuna… (Ant. Cant.)

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